sabato 29 luglio 2006

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Campanile della Chiesa dell'Annunziata
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Chiesa dell'Annunziata e piano del Castello
Arco di via Sant'Anna
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Particolare di Via Belvedere

venerdì 28 luglio 2006

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Particolare di Via Belvedere
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Il "bucato" di Rita Di Giorgi
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Il ricordo che mi è rimasto più impresso della mia fanciullezza è l'operazione del bucato.
Poichè non era stata ancora inventata la lavabiancheria e le abitazioni non erano fornite di acqua corrente, costava molta fatica lavare a mano la biancheria.
Oggi riesce difficile capire quanto fosse laborioso il mestiere della casalinga di allora. L'acqua veniva attinta dalle fontane, sparse nelle varie strade del paese, e trasportata a casa mendiante le "lancedde".
La prima operazione del bucato consisteva nell' "assammarare" la biancheria, cioè nell'insaponarla nella "pila di legno"; poi si sitemava nel "cufino", una grande cesta di vimini, che era posta su uno scolatoio in lamiera.
La seconda operazione consisteva nello stendere sul cufino colmo di biancheria un ampio canovaccio, su cui venivano sparsi la cenere e il cosidetto "liscione", che erano i detersivi di quei tempi. Su questo canovaccio, così preparato, si versava acqua bollente in quantità e per tutta una giornata si faceva scolare.
Alla fine, i panni venivano sciacquati e "azzuolati". Dopo due giornate di lavoro il profumo di pulito, che emanavano i panni bianchissimi stesi al sole, ricompensava della fatica.
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da: "Le stagioni che rivivono" (Università della Terza Età - Castelbuono) pag. 37 - Ed. Le Madonie
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Fontana della Venere Ciprea ( o quattro cannola)
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Largo Fonderia delle Campane
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Matrice Nuova